UTERO IN AFFITTO REATO UNIVERSALE: STEADFAST SI UNISCE ALL'APPELLO DI TUTTE LE MAGGIORI RETI ABOLIZIONISTE MONDIALI

SteadfastNGO

06 Giugno 2023

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UTERO IN AFFITTO REATO UNIVERSALE: STEADFAST SI UNISCE ALL’APPELLO DI TUTTE LE MAGGIORI RETI ABOLIZIONISTE MONDIALI

UTERO IN AFFITTO REATO UNIVERSALE: STEADFAST SI UNISCE ALL’APPELLO DI TUTTE LE MAGGIORI RETI ABOLIZIONISTE MONDIALI

Il prossimo 19 giugno andrà in discussione alla Camera dei Deputati la proposta di legge per rendere la maternità surrogata punibile anche quando è realizzata in uno Stato estero. Qualora fosse approvata dal Parlamento italiano – cosa che auspichiamo fortemente – costituirebbe un evidente passaggio ulteriore verso l’abolizione universale di questa ignobile pratica. Se approvata questa legge sarà un modello applicabile anche in altre nazioni e darà, senza ombra di dubbio, una maggiore spinta e autorevolezza al Governo italiano sia in Europa che a livello internazionale.

 

Steadfast si unisce fermamente all’appello lanciato in queste ore da Rete per l’Inviolabilità del Corpo Femminile, Radfem Italia. Appello che ha coinvolto tutte le maggiori associazioni abolizioniste mondiali, dall’Europa all’Australia, dagli USA al Giappone: CIAMS (Coalition Internationale pour l’Abolition de la Maternité de Substitution), Stop Surrogacy Now, Finrrage (Feminist International Network of Resistance to Reproductive and Genetic Engineering), Japan Coalition Against Surrogacy Practices, Feminist Legal Clinic,Prostitution Research & Education.

 

Con queste realtà associative internazionali, guardiamo speranzosi all’esito della votazione per questo disegno di legge! Può essere un nuovo inizio verso l’abolizione universale di una pratica spietata che fa del corpo della donna e del bambino, una merce di scambio. Già più volte abbiamo ribadito la nostra condanna alla maternità surrogata e al grande commercio che, in molte parti del mondo, monetizza su donne e bambini. Un business che sviluppa un volume d’affari superiore ai  9 miliardi di dollari all’anno. Nel report “Raising Awareness on Gestational Surrogacy Among Vulnerable Women in Developing Countries”, che abbiamo pubblicato in periodi recenti, descriviamo chiaramente i pericoli e lo sviluppo di questa ignobile pratica. Una vera emergenza internazionale alla quale la coscienza collettiva non può rimanere in silenzio.

 

Nella maternità surrogata la mercificazione del bambino e della donna è macroscopicamente evidente. L’autodeterminazione del soggetto dominante è portata a tal punto di assolutezza da eliminare il rispetto per altri esser umani se essi sono funzionali a dare soddisfazione ad un “desiderio” del soggetto con maggiori disponibilità. Di conseguenza, le caratteristiche proprie della maternità, il legame oggettivo che si stabilisce fra la madre e il figlio, le esigenze oggettive del figlio non vengono riconosciute. In effetti, nel modello antropologico che consente la concezione stessa di questa nuova forma di schiavismo, la realtà non viene riconosciuta. Esiste solo la proiezione infinita del soggettivismo del più forte.

 

Sono molte le fonti giuridiche che vietano la maternità surrogata. Ricordiamo ad esempio che il Parlamento Europeo ha già adottato una posizione chiara contro la maternità surrogata nella sua Risoluzione del 2011 sul quadro politico dell’UE in materia di lotta alla violenza contro le donne. Nella sua Risoluzione del 17 dicembre 2015 “Relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2014”, il PE “condanna la pratica della surrogazione, che compromette la dignità umana della donna dal momento che il suo corpo e le sue funzioni riproduttive sono usati come una merce; ritiene che la pratica della gestazione surrogata che prevede lo sfruttamento riproduttivo e l’uso del corpo umano per un ritorno economico o di altro genere, in particolare nel caso delle donne vulnerabili nei paesi in via di sviluppo, debba essere proibita e trattata come questione urgente negli strumenti per i diritti umani” (§114); nella sua Risoluzione del 12 dicembre 2018 “Relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2017”, chiede nuovamente di “far fronte alle violazioni dei diritti umani correlate alla gravidanza surrogata”(§48). Secondo la Corte costituzionale italiana, tale pratica offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane”(sentenza n. 272/ 2017, confermata dalla n. 33/2021), perché mercifica la madre e il bambino.  In tal senso si esprimono ulteriori fonti internazionali, quali la Carta europea dei diritti fondamentali, la Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (CEDAW), la Dichiarazione universale dei diritti umani, la Convenzione delle Nazioni Unite sulla schiavitù, la Convenzione sui diritti dell’infanzia, il Protocollo opzionale alla Convenzione sui diritti dell’infanzia sulla vendita di bambini, la prostituzione dei bambini e la pornografia infantile, la Convenzione del Consiglio d’Europa sull’adozione dei bambini, la Convenzione del Consiglio d’Europa sull’azione contro la tratta di esseri umani e la Convenzione del Consiglio d’Europa sui diritti umani e la biomedicina.

 

Quindi, invitiamo anche noi i parlamentari italiani di ogni partito, di maggioranza e di opposizione, a sostenere con il loro voto favorevole la proposta di legge che il 19 giugno andrà in discussione,  superando logiche partitiche ed esprimendo un voto che stronchi questo bieco mercato dell’umano. 

 

A questo link troverete tutte le adesioni internazionali all’appello lanciato da Radfem Italia