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23 Giugno 2023

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RICORSO DI MSF RIGETTATO DAL TAR. “LE NAVI CARONTE” SONO ARENATE, SPETTA AL GOVERNO GESTIRE I SALVATAGGI E COORDINARE L’ACCOGLIENZA

RICORSO DI MSF RIGETTATO DAL TAR. “LE NAVI CARONTE” SONO ARENATE, SPETTA AL GOVERNO GESTIRE I SALVATAGGI E COORDINARE L’ACCOGLIENZA

Le “navi caronte” sono arenate! Il rigetto del Tar al ricorso della ong Medici Senza Frontiere sull’indicazione dei porti di Ancona e La Spezia è una sentenza storica, come anche ribadito dal Sottosegretario all’Interno, On Wanda Ferro. Anche la sentenza del Tar ribadisce che il Governo italiano abbia agito sempre nel rispetto delle norme internazionali, assicurando i soccorsi in mare con le proprie unità militari e fissando regole per le imbarcazioni private che pretendevano di svolgere le proprie attività in autonomia rispetto alle autorità dello Stato. Già in una recente intervista il nostro Presidente Emmanuele Di Leo aveva ribadito le nostre posizioni in merito: «è fondamentale regolamentare i salvataggi in mare, proprio perché bisogna eliminare tutte le motivazioni di attrazione da parte delle Ong. Se vi è una situazione di caos, le organizzazioni criminali ci sguazzano. Frontex ha ragione nel sostenere che la situazione migratoria è il risultato di una combinazione di fattori di spinta e attrazione, tra questi la presenza di imbarcazioni di soccorso vicino le coste libiche. Ecco perché regolamentando anche la gestione di salvataggi multipli, effettuati dalla stessa imbarcazione, si fa un ulteriore passo in avanti per migliorare la gestione del fenomeno».

 

È evidente – anche da parte del Tar –  che il grande chiacchiericcio sollevato dal fronte radical chic pro-ong del mare, era atto a gettare fango sul governo italiano e sul Piano Mattei. «La gestione del fenomeno immigrazione clandestina è una concatenazione di azioni, non si limita solo ai salvataggi nel mediterraneo, è anche e maggiormente, una questione di “potenziale gestionale” dell’accoglienza. Spetta quindi al Governo italiano gestire e coordinare gli sbarchi sulle nostre coste anche in base alle strutture di accoglienza, all’assistenza sanitaria, alle questioni di ordine pubblico e alla sicurezza degli operatori, degli stessi migranti e delle comunità locali.  Il Governo attuale ha ereditato una gestione del fenomeno fraginosa, questione che abbiamo riportato in un paper presentato lo scorso gennaio – continua Di Leo – non possono quindi essere le ong a stabilire il porto di approdo o coordinare i lavori di salvataggio. Senza togliere il fatto che le navi umanitarie, in questo contesto, rappresentano “un vantaggio logistico per le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico dei migranti, permettendo loro di adeguare il modus operandi in funzione della possibilità di ridurre la qualità delle imbarcazioni utilizzate, aumentando correlativamente i profitti illeciti, ma esponendo a più concreto rischio di naufragio le persone imbarcate” come anche riportato nella relazione annuale 2022 dei Servizi segreti italiani. Benvenga quindi il rigetto del Tar al ricorso fazioso e strumentale di Msf, perché è evidente che l’Italia ha agito seguendo i criteri di salvaguardia della vita umana, intervenendo anche al di là dei suoi obblighi di diritto marittimo ed europeo».