SAVE THE CHILDREN, DI LEO (STEADFAST): “IMPOSSIBILE” EVITARE DI SOTTOLINEARE LE EMERGENZE E LE INSIDIE CHE OGNI GIORNO AFFRONTANO I GIOVANI AFRICANI. “L’AFRICA SIAMO NOI”, IL RIASSUNTO PERFETTO DI UN NUOVO APPROCCIO , QUELLO CHE AUSPICHIAMO DA ANNI.

Roma, 31 maggio 2024 – «il congresso organizzato da Save The Children è certamente un punto di partenza ma non basta – così Emmanuele Di Leo, Presidente di Steadfast, Organizzazione umanitaria in difesa dei diritti umani.»
«Dobbiamo avere il coraggio di entrare nell’umano sentire che sta dietro alle dichiarazioni tipo “salviamoli in mare” – l’annoso problema migratorio  clandestino che coinvolge l’Europa e l’Italia – afferma il Presidente Di Leo – fa emergere una giusta e doverosa necessità  di dare spazio ai giovani che “in Africa nel 2050 sfioreranno ben gli 830 milioni”. La grande sfida e opportunità è come accompagnare questo processo.
Oggi si è parlato molto di educazione e della sua importanza – cosa che come Steadfast da sempre condividiamo pienamente – ma è ora di uscire dalle sale convegnistiche che rischiano di farci cadere tutti nella retorica dimenticando la realtà . Problema di educatori, si, ma anche di qualità dell’educazione, come l’evidente necessità di maggiori infrastrutture. Molti dei giovani che ambiscono ad una carriera universitaria, purtroppo vedono i loro sogni infranti per mancanza di strutture idonee alla loro formazione. Università – e noi lo abbiamo visto bene in Nigeria – che spesso ospitano più di 40 mila studenti e che per offrire uno standard sufficiente di formazione dovrebbero essere dotate di un elevato numero di corpo docenti, assai ricercati nel continente. Occorre focalizzare le gravi emergenze e insidie che i giovani africani affrontano ogni giorno, come i rapimenti, anche e specialmente all’interno delle scuole di primo e secondo grado, o al destino segnato verso una “carriera” come bambino soldato. Si ad un evidente voler “includere”, guardando dentro l’umanità dolente e analizzando il  terribile mercato dell’umano che vede proprio le migliaia di vittime che, prima di essere immolate tra le onde del mare, subiscono torture e sevizie per poi finire, se sopravvissuti al mediterraneo, come schiavi del raket o della prostituzione nelle strade d’Europa.»
«Importante la sottolineatura sui fondi destinati alla cooperazione – continua il fondatore di Steadfast – come quelli del Global Gateway dell’UE, ma occorre focalizzare il sostegno alle organizzazioni che operano in favore di comunità locali e rurali, attraverso il finanziamento di micro-progetti, che sono più capaci di consolidamento nel tessuto sociale delle terre in cui operano, ma che spesso di fatto trascurati dagli attuali meccanismi di finanziamento. Si è parlato anche di imprenditoria, specialmente quella giovanile e che tra “11 anni in africa ci saranno più giovani che si immettono del mondo del lavoro rispetto a qualsiasi altro paese del mondo”, ma occorre anche analizzare la  difficoltà dei governi della maggior parte dei Paesi africani di  emulare le metodologie vincenti  che nel continente hanno visto fiorire in poco tempo economie come quella nigeriana o sud africana. Avvincente- conclude Di Leo – lo speach del Direttore Generale per la Cooperazione allo Sviluppo della Farnesina, Stefano Gatti, che con quel suo “l’Africa siamo noi” ha lasciato intendere il netto cambio di passo di questa nuova Italia. Nuovo approccio che vede come attori protagonisti i Governi, le imprese e la società civile. “Le cose cambiano dal basso, sono le piccole cose che portano a grandi cambiamenti”, ha dichiarato Gatti, un’affermazione che continua a infondere speranza nel nostro piccolo ed umile lavoro di cooperanti.»