Forte come un Leone

 

steadfastonlusIl titolo di questo breve contributo, scritto per amicizia, riassume le caratteristiche simboliche che il leone possiede nel nostro immaginario. Non è sempre stato così. Per noi europei si trattava anticamente di un motivo ornamentale sui vasi dei mercanti; di un animale esotico che impressionava gli spettatori nelle venationes, le cacce con i gladiatori nei circhi; di un simbolo di re stranieri e culture orientali; di un motivo letterario già carico di valenze simboliche. Il nostro antico re della foresta era l’orso; un guerriero imprevedibile era un cinghiale; un temibile avversario era un lupo. Poi arrivò il Leone di Giuda, simbolo della stirpe di re Davide e, quindi, di Gesù. Il leone dei salmi, spesso superbo e prevaricatore, diventa, per i cristiani, simbolo di ogni virtù. La consacrazione simbolica avviene attraverso un’opera che è un gioiello incastonato tra le radici della nostra civiltà: il Fisiologo.  In questo opuscolo, gli animali, le piante, le pietre, sono simboli di vizi e virtù, perché la creatura è la chiave per interpretare il progetto divino. Si dice del leone che abbia tre nature, tre vie per interpretare il disegno divino, ascoltiamo cosa si dice della terza: “Quando la leonessa partorisce un cucciolo, esso nasce morto e morto viene da lei custodito per tre giorni, finché giunge il padre suo al terzo giorno, gli soffia sul volto e gli dà la vita. Così il padre onnipotente il terzo giorno resuscitò dai morti nostro Signore Gesù Cristo suo figlio, come dice Giacobbe: «Dormirà come un leone e come un giovane leone. Chi lo desterà?» (Gn. 49, 9; cfr. Nm. 24, 9)”. Questo leone è rosso, colore del sangue, della vita, in un’antica antinomia che vedeva il bianco e il rosso spartirsi l’orizzonte cromatico, non certo il nostro bianco e nero. L’antica bandiera della Chiesa portava questi colori, per quanto, araldicamente, il bianco si definisca “argento” in una distinzione tra colori e metalli che, almeno in questa sede, non interessa. Prima ancora della Chiesa, il rosso e il bianco giocavano la partita della vita e della morte, della maturità e dell’infanzia, del maschio e della femmina. Questo leone “tocca” una ruota di carro. Ecco un altro simbolo che, è proprio il caso di dirlo, ha percorso una lunga strada, col suo perenne volgere, da simbolo del tempo, delle stagioni, del sole e della vita, fino alla visione del carro di Elia e le interpretazioni millenaristiche di Gioacchino da Fiore. La ruota è a metà, solo la metà superiore, solo il bene, solo ciò che sale, che porta in alto, per sempre. Vita stabile, animo sicuro, spirito forte: Steadfast.

Tu sei come il vento e io come il leone. Tu crei la tempesta, la sabbia punge i miei occhi e la terra è arsa. Io ruggisco e ti sfido, ma tu non mi senti. Però fra noi c’è una grande differenza: io come il leone devo rimanere nel mio posto; tu come il vento non sai mai quale sia il tuo. 

di: Prof. Marco Martorana, Docente Facoltà di Filosofia APRA